Castello Sforzini

di Castellar Ponzano

Riflessioni su Collegi e Studentati a Pavia

Le vicende dell’urbanistica milanese hanno ulteriormente acceso un faro sul problema casa e sul caro affitto studentesco, di rimbalzo arrivato alle cronache nazionali, anche l’altrettanto caro affitto studentesco a Pavia, che se vogliamo, tenendo conto della realtà cittadina e universitaria, appare ancora più evidente. Ma giustamente facciamo parlare i numeri.

Pavia circa 70.000 abitanti, è decisamente una città universitaria con i suoi 32.000 tra studenti (27.500) e specializzandi ricercatori.

Antica città, antica università e antichi (e nuovi) collegi universitari. Borromeo, Ghislieri /Mattei, , S. Caterina, Senatore e collegi Edisu (regione Lombardia/ Università di Pavia): Castiglioni Brugnatelli, Fraccaro, F.lli Cairoli, Cardano, Spallanzani,  Griziotti, Del Maino, Volta, Golgi, Valla , Don Bosco e residenza internazionale Cà della Paglia. Si dividono in “Collegi di Merito” (voto /esami) e di reddito.

Numeri: Collegi Edisu posti 1.600

Altri collegi per un totale di 2.500 circa compresi alcuni appartamenti dello studentato Campus.

Approfondiamo i numeri : dei 32.000 studenti, ricercatori, specializzandi circa 17.000 sono fuori sede . Negli altri 8.500 ci sono studenti residenti a Pavia, ma anche pendolari dalla provincia di Pavia, da Milano e da altre province vicine.

Dei disiassettemila fuori sede i collegi coprono solo (2.500) il 15%.

In una città di 70.000 abitanti convivono 17.000 studenti fuori sede, portando il numero degli utenti dei servizi a 87.000 e durante gli orari universitari anche quella parte di studenti pendolari (15.000) con  le presenze vicino ai 100.000 . Di grande vantaggio per l’economia pavese. Ma la casa?

Premetto che a Pavia, a prescindere dalla presenza studentesca, esiste un grave problema di edilizia popolare. Sulla casa a Pavia si scarica l’assalto dei fuori sede che non hanno trovato posto nei collegi. Quasi 15.000 studenti con una scarsa utilizzazione dei comuni circonvicini. E evidente che si determina una inaccettabile , ma reale concorrenza tra studenti e cittadini entrambi alla ricerca di alloggi ad affitto moderato. La conseguenza, fotocopia in piccolo di Milano, è una fortissima domanda che si scontra con  la scarsità di alloggi disponibili. Da qui una esplosione in alto degli affitti che non molti anni fa – in una realtà non molto diversa – presentava un costo /camera di circa 250 € per arrivare ad oggi a circa 360 € ( + 44%).

Con studenti e cittadini spesso in grave difficoltà .

Ora la giunta Lissia annuncia circa 700 posti di studentato nell’area Neca ed immaginiamo anche più nella futuribile area Necchi . Se anche miracolosamente arrivassimo a 2.000 posti (altre iniziative minori annunciate o in corso) di studentato:

  • Si tratterebbe di un 10 -12 % sui 17.000 fuori sede che, aggiunti al 15% dei collegi, porterebbe ad un 25-30% massimo, lanciando sul mercato libero 10-12.000 studenti;
  • Il discorso sullo studentato deve essere veritiero. Infatti a Milano è in gran parte fallito, in quanto gli affitti sono quelli di mercato. Il che accade anche a Pavia negli appartamenti Campus venduti a privati con il vincolo decennale di affitto agli studenti. Privati che affittano ovviamente a prezzi di mercato.

Ma comunque ben vengano gli studentati in quanto mettono a disposizione case per studenti abbienti. Quindi l’unica soluzione efficace è un robusto programma di edilizia economico- popolare. Teniamo conto che le aree Neca /Necchi (?) metteranno a disposizione di ceto abbiente un discreto numero di appartamenti, con case lasciate libere in città.  Serviranno almeno 4 / 5.000 appartamenti di edilizia economico-popolare. Oppure la realizzazione di nuovi collegi universitari per ottenere il necessario numero di posti per studenti ricercatori specializzandi fuori sede e cittadini meno abbienti, che ora vivono il dramma del caro casa. In proposito potremmo riscoprire il vecchio progetto di ‘Cittadella della Salute’, trasformandolo in ‘Città delle Scienze mediche’, raggruppando nell’area San Matteo la facoltà di Medicina e nuovi insediamenti di collegi universitari, anche sviluppati in verticale, che si avvantaggerebbero anche della presenza contemporanea di tre  IRCCS (San Matteo, Mondino, Maugeri).

Si può pensare ad un migliaio di posti che raggruppino le esigenze dell’area Medicina/Biologia / Farmacia.

Il problema casa a Pavia per la verità non è certo nuovo, ma si trascina con vaghe promesse da almeno una ventina di anni.

Meraviglia che si siano chiesti ed utilizzati (?) milioni e milioni di euro per il Lungoticino (Waterfront!) e per una piazza (Vittoria !) del PNRR senza pensare ad un robusto, indispensabile piano casa.

Melania Lanave

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