Castello Sforzini

di Castellar Ponzano

Diego Fabbri, Presidente AIAC (Allenatori Calcio) Lombardia: Lo Spettacolo deve (proprio) continuare?

21 aprile 2025: muore Papa Francesco all’età di 88 anni. Un evento, a prescindere dalle convinzioni religiose di ciascuno di noi, certamente di portata mondiale e che, difatti, ha toccato, in modo diversi la sensibilità di molti, un po’ in tutto il mondo.

Ci sono stati Paesi, come ad esempio il Brasile, che hanno proclamato lutto nazionale per 7 giorni; l’Italia ha proclamato il lutto per 5 giorni.

Per il giorno delle esequie del Santo Padre, sabato 26 aprile, il C.O.N.I. ha disposto la sospensione di tutte le attività sportive in Italia.

Una decisione, quella di interrompere tutto lo sport in programma per il giorno dei funerali del Papa, che ha suscitato pareri contrastanti.

Secondo alcuni, sarebbe stato sbagliato fermarsi per rispettare la memoria di una figura, come Papa Francesco, che non ha mai nascosto la propria passione sportiva e per i valori che in essa vengono espressi.

D’altro canto, altri, sostengono che la morte di un papa sia un evento di tale portata, di fronte alla quale non ci si possa esimere da un segno di rispetto concreto.

Sono due posizioni che ritengo entrambe rispettabili e che hanno certamente una loro seria motivazione.

Nel frattempo, dobbiamo registrare un altro lutto, questa volta circoscritto al mondo del calcio: nella notte tra il 23 e 24 aprile, mentre si trovava in una stanza di hotel con la squadra, viene a mancare il massaggiatore del Lecce, Graziano Fiorita, 38 anni, sposato e padre di 4 figli.

Graziano era una figura importante nel gruppo-squadra del Lecce, sia per i propri valori professionali che, in primis, per la persona che era, davvero molto apprezzata da tutti.

Il Lecce, che, tra l’altro, è in lotta per la permanenza nella massima serie, chiede di posticipare la partita con l’Atalanta, in programma a Bergamo per il 27 aprile ’25, ma la Lega risponde picche: la partita si deve giocare, a prescindere.

Dopo profonde riflessioni, i giocatori del Lecce, con la morte nel cuore, scendono in campo, ma la Società decide di farlo con una maglia bianca, senza stemmi e senza sponsor, per testimoniare il proprio dissenso di fronte al rifiuto di posticipare la gara. Oltretutto, su un campo difficile e contro un avversario molto forte, la squadra si esprime al massimo e riesce ad ottenere anche un importante risultato di 1-1 (per quello che conta, in questo particolare contesto).

La riflessione che vorrei condividere con Voi, partendo da queste due situazioni che, seppur in modo differente, ci richiamo a momenti di dolore e di lutto è la seguente: LO SPETTACOLO DEVE (PROPRIO) CONTINUARE?

Davvero bisogna per forza andare avanti, sempre e comunque?

Davvero non ci dobbiamo fermare mai, a prescindere?

Davvero gli interessi economici del grande circo (ehm, del grande calcio) non possono fermarsi nemmeno di fronte alla morte?

Non ho le risposte in tasca e comprendo che ci saranno pareri contrastanti, peraltro del tutto legittimi, ma mi chiedo se, ogni tanto, non dovremmo ricordarci che, in fondo, è soltanto il calcio è soltanto un gioco.

Diego Fabbri

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