Caso MAESTRA di TREVISO – EDUCAZIONE E AUTORITÀ. SFORZINI (RINASCIMENTO): “NO AL PIAGNUCOLIO. L’UOMO SI FORMA CON LA MISURA, IL GIUDIZIO, IL LIMITE”
«Basta con lo psicologismo a buon mercato e con l’ossessione per la fragilità. L’uomo non si cresce cullandolo, ma mettendolo alla prova. L’individuo si misura, si pesa, si giudica. E il giudizio – anche severo – è un atto educativo, non un crimine.»
Così Luca Sforzini, proprietario del Castello Castellar Ponzano e fondatore del movimento Rinascimento, interviene con forza sul caso della maestra di Treviso finita nel mirino dei genitori per aver osato scrivere nel quaderno di un bambino una frase “troppo dura”.
«Una civiltà che non sa più correggere, ammonire, tracciare con chiarezza la linea fra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, è una civiltà al tramonto. Abbiamo sostituito l’educazione con la coccola, il merito con la carezza, l’autorità con il terrore di offendere. Il risultato? Generazioni incapaci di sopportare un’insufficienza, un rimprovero, un “no” che li riporti alla realtà.»
«Nel mio libro l’ho scritto chiaramente: l’Uomo vero nasce nella tensione verso la misura, non nel comodo abbraccio dell’uguaglianza a tutti i costi. Non siamo tutti uguali. E la scuola non è un parco giochi dell’autostima, ma un tempio di formazione del carattere, del discernimento, della responsabilità» continua Sforzini.
E conclude: «Siamo dalla parte di quegli insegnanti che ancora hanno il coraggio di educare, non di blandire. La maestra di Treviso ha fatto ciò che ogni educatore degno di questo nome dovrebbe fare: ha richiamato, ha giudicato, ha preteso. È ora di dire basta con il vittimismo genitoriale e con il piagnisteo diffuso. Se vogliamo rinascere come civiltà, dobbiamo riscoprire il valore del rigore, della gerarchia, del giudizio. Il resto è solo decadenza travestita da buoni sentimenti.»