In Italia si celebra il Primo Maggio come sempre: con sindacati ingessati che sfilano in piazza con slogan riciclati e con il “Concertone” di Roma che quest’anno ospita Elodie, Ghali, Achille Lauro e altri simboli del conformismo musicale televisivo.
Il lavoro ridotto a show, a selfie, a passerella pop: questa è l’immagine di un Paese che ha smarrito il senso del lavoro come valore, come missione e come arte.
Nel frattempo, lo Stato continua a drogare l’economia con bonus e redditi assistenziali, mentre l’Italia reale — quella dei piccoli imprenditori, degli artigiani, dei talenti non ascoltati — viene ignorata.
In una settimana in cui il governo discute (ancora!) di salario minimo senza affrontare il nodo centrale della meritocrazia, noi poniamo una domanda scomoda: che fine ha fatto l’Uomo che dovrebbe essere al centro del mondo?
Rinascimento propone una rivoluzione culturale del lavoro che passa attraverso:
1) la cancellazione del culto dell’assistenzialismo, e la valorizzazione dei migliori.
2) lo stop all’ istruzione addomesticata: servono scuole che formino spiriti liberi e menti pensanti.
3) la riscoperta del lavoro come vocazione creativa e non come dovere imposto o mezzo per sopravvivere.
Il Primo Maggio non deve essere una liturgia del lamento, ma una celebrazione della forza, della bellezza e della libertà di chi costruisce, innova e osa.
Noi di Rinascimento vogliamo dire basta ai feticci della tutela come unica bandiera. L’Uomo non è un panda a rischio estinzione.
Chi non osa, chi non rischia, non crea nulla. E senza creazione, non c’è futuro.
Rinascimento è per l’eccellenza.
Contro l’omologazione. Contro la retorica delle masse.
Per una nuova élite di pensatori, lavoratori, artisti e creatori che abbiano il coraggio di essere diversi”.
Dichiarazioni di Luca Sforzini, esperto d’arte, fondatore e leader del movimento politico-culturale Rinascimento cell 333.8631744