Sui Sindaci espressi dalle elezioni degli ultimi anni nelle principali città della provincia di Pavia sembra esser calato una specie di sortilegio: quello di incontrare difficoltà spesso insuperabili e talvolta politicamente letali.
Partiamo dal capoluogo dove Fabrizio Fracassi (Lega) non ha certo avuto un quinquennio facile nè molto produttivo, visto il naufragio del Piano di Gestione del Territorio ed il contrasto permanente tra l’allora leader di Forza Italia (l’On. Alessandro Cattaneo) ed i suoi rappresentanti in giunta (Antonio Bobbio Pallavicini e Barbara Longo). Situazione di continuo disagio della maggioranza di Centrodestra che ha portato alla non-ricandidatura del sindaco uscente (contravvenendo la prassi consolidata) ed alla sconfitta elettorale. Lissia col suo sinistra-centro di Pavia ringrazia.
Passiamo a Vigevano. Non voglio parlare degli aspetti giudiziari che coinvolgono il sindaco eletto Andrea Ceffa (Lega), quanto degli avvenimenti che stanno alla sua origine: totalmente politici. Partendo dall’inopinata estromissione dalla giunta di Antonello Galliani (FI) senza una plausibile motivazione, accompagnata dal fatto che l’allora commissario di FI Cattaneo non l’ha difeso adeguatamente. Da qui la cosiddetta “congiura di S.Andrea” con la quale una raccolta di firme ha cercato di far cadere l’Amministrazione Ceffa: una vendetta? fallita nello scopo di sciogliere il Consiglio Comunale, ma riuscita nei confronti di Ceffa – trascinando altri illustri esponenti del mondo politico ed imprenditoriale.
Non di ottima salute gode il sindaco di Mortara Ettore Gerosa (FdI), costretto a maggioranze variabili.
Tutto questo per arrivare a Voghera. Dove sembrava che le premesse fossero tutte favorevoli. A partire dal Sindaco Paola Garlaschelli, eletta come indipendente, ma che già si preannunciava come predestinata. Era la candidata prescelta a suo tempo da Giovanni Alpeggiani, lo scomparso leader di FI che “influenzava” (eufemisticamente) la politica dalla montagna sino a Voghera. Al netto delle sofferenze di Marina Azzaretti (FI) e di Vincenzo Giugliano (FdI) tutto sembrava procedere nonostante la pesante rottura in Forza Italia. Carlo Barbieri, sindaco uscente, era stato addirittura escluso dalla lista, con una frattura politico elettorale che Cattaneo aveva determinato appoggiando la Vicesindaco Simona Virgilio e tutto il gruppo anti-Barbieri capeggiato dall’ex sindaco Aurelio Torriani e da Giuseppe Carbone (che aveva sostituito alla guida del partito lo scomparso Giampiero Rocca, elemento da sempre equilibratore).
La verità è che senza Rocca e Alpeggiani, la Forza Italia vogherese ha “perso la testa”.
Accade così l‘imprevedibile in Forza Italia. Silvio Berlusconi (ancora in vita) nel 2023 decide di spodestare Alessandro Cattaneo da capogruppo alla Camera e Licia Ronzulli da Segretario del partito in Lombardia – presto sostituita da Alessandro Sorte. Per prima cosa, Sorte defenestra Cattaneo anche da Commissario del partito a Pavia sostituendolo con la coppia Bobbio-Galiani (non certo suoi amici), stravolgendo completamente lo scenario. Da qui ovviamente nasce il recupero di Carlo Barbieri e di tutti coloro che erano stati emarginati prima da Cattaneo e poi da Carbone e Torriani. Scontro totale che sfocia in un tesseramento record ed in un congresso “muro contro muro” nel quale (a sorpresa?) il gruppo Carbone viene sconfitto (nonostante il bonus del voto ponderato e quindi “maggiorato” agli amministratori tutti schierati con Carbone). Il nuovo segretario di FI è ora Alessandro Menini.
Perché questa lunga digressione su Forza Italia? Perché l’elezione di Menini rimette in discussione la linea politica vogherese, rivendicando il primato del partito nelle scelte politiche della maggioranza. Il ruolo della Vicesindaco e di suo suocero Carbone – che presidiava il partito – viene bruscamente ridimensionato.
Ma tutto ciò non può non destare preoccupazioni per il Sindaco Paola Garlaschelli. Che dovrebbe far da arbitro tra la delegazione in giunta di FI ed il partito: che certo non sembrano voler andare d’accordo.
La situazione negli altri due partiti di maggioranza non è priva di nuvole. In FdI Federico Taverna fa l’assessore ed evita polemiche; il segretario politico Vincenzo Giugliano sembra non del tutto soddisfatto di come Claudio Mangiarotti e Paola Chiesa gestiscono il partito senza lasciar spazio a nessuno che possa un domani metterli in discussione (le vicende di Nicola Niutta a Pavia insegnano). E la Lega? Meriterebbe un articolo di approfondimento a parte… e a tempo debito Munch lo scriverà.
A Voghera le elezioni comunali previste per il 2025 sono state rimandate al 2026: un anno di tempo per affilare le lame e disegnare nuovi equilibri.
Ciò che è certo è che a Voghera è tornata la Politica. E quando torna la Politica nulla è più come prima, e tutto è in discussione. La partita è aperta ed è appena cominciata, lo scenario è fluido. Tutto è possibile. Voghera è tornata al centro del mondo (politico).
Munch