SFORZINI (RINASCIMENTO): “CHI DISPREZZA LA DONNA NON PUÒ DIVENTARE ITALIANO. BASTA CITTADINANZA A CHI NEGA LA PARITÀ DI GENERE”
Castello di Castellar Ponzano, giugno 2025 –
In un momento in cui l’Italia si interroga sulle radici profonde della violenza contro le donne, Luca Sforzini, esperto d’Arte e fondatore del movimento Rinascimento, rompe il silenzio con parole nette:
«Non tutti i mali vengono da “casa nostra”. Esiste, nel cuore dell’Europa, un’infiltrazione culturale silenziosa, ma devastante: quella di società e tradizioni che negano la parità tra uomo e donna, che vedono la donna come proprietà dell’uomo, e che alimentano un modello familiare gerarchico e oppressivo. Chi porta con sé questi principi non può essere accolto senza condizioni. Basta cittadinanza “automatica” per decorrenza dei termini. Serve un Patto culturale. Il femminicidio non si combatte con le mimose o le panchine rosse, ma riaffermando con forza i nostri valori. Se per te la donna vale metà dell’uomo, non puoi diventare cittadino italiano. Punto.»
Sforzini propone l’introduzione di un Esame dei Valori Italiani, obbligatorio per tutti i richiedenti la cittadinanza.
«Oggi si ottiene la cittadinanza con un test linguistico da scuola media. È inaccettabile. Bisogna dimostrare di aver compreso e fatto propri i valori fondanti della civiltà italiana: la centralità della persona, la libertà individuale, la democrazia, il rispetto della donna come pari, e la laicità dello Stato. Nessuna tolleranza verso chi porta nel nostro Paese culture misogine, tribali, violente.»
Il percorso proposto da Rinascimento, da realizzarsi sotto l’egida del Ministero della Cultura, dovrebbe prevedere:
– la storia e i principi fondanti della Repubblica, della democrazia, e del pensiero occidentale;
– i grandi contributi dell’Italia alla cultura mondiale (arte, letteratura, filosofia, scienza, diritto);
– il rispetto e il riconoscimento dei diritti umani, delle libertà individuali e della parità di genere;
– il rifiuto di ogni forma di fondamentalismo, integralismo e violenza ideologica.
«Non possiamo più far finta che tutte le culture si equivalgano. Per chi crede che le donne debbano portare il velo, obbedire in silenzio, e non possano decidere del proprio corpo e del proprio destino, l’Italia non può e non deve essere una meta. Chi vuole vivere qui deve rispettare le nostre leggi, ma soprattutto i nostri valori.»
Sforzini denuncia il relativismo culturale delle istituzioni e di certa sinistra buonista: «Abbiamo smesso di difendere noi stessi. Il femminicidio non nasce nel vuoto: si nutre di silenzi, di ipocrisie, di paura di apparire “non inclusivi”. Noi invece rivendichiamo il diritto – e il dovere – di essere esigenti. Il rispetto della donna è la cartina di tornasole della civiltà di un popolo.»
Rinascimento invita Governo, Parlamento e opinione pubblica a rompere ogni ipocrisia e ad avviare una riforma radicale dell’iter di cittadinanza: non più automatismi e scorciatoie, ma un vero percorso di integrazione culturale e morale, ancorato alla nostra storia e alla nostra identità.