Turismo, Luca Sforzini (proprietario del Castello di Castellar Ponzano, mecenate, fondatore di Rinascimento): “Ticket da 5 euro a Venezia? È troppo basso, e va posto ai confini d’Italia, non di Venezia”
“Il ticket posto all’ingresso della Serenissima impone una riflessione culturale, non solo economica”. Così commenta il mecenate Luca Sforzini – che nel corso del 2022 ha acquistato il Castello millenario e le sue antiche pertinenze investendo sue risorse private per restituirlo alla fruizione pubblica: “L’Italia è, tutta intera, un unico enorme Museo a cielo aperto. Obiettivo NON dev essere LIMITARE i flussi turistici – che infatti sono tutt’altro che scoraggiati dal ticket- bensì sottolineare lo straordinario VALORE di ciò che si può ammirare. Certo, esattamente facendo pagare. 5 euro è poco, troppo poco, infinitamente poco. È meno del prezzo di un panino in autogrill. Si tende a deprezzare, svilire, sottovalutare, a volte oltraggiare ciò che è gratuito e in quanto tale dato per scontato. Facendolo pagare se ne sottolinea il valore. In questo caso l’enorme valore immateriale che rende grande l’Italia nel mondo: la sua Bellezza, la sua Arte, la sua Storia e Cultura”.
“È però un errore – prosegue Sforzini – limitarsi a Venezia. Bisogna far pagare per entrare in Italia, tout court. E solo gli Italiani, tutti, devono esserne esentati. In Italia abbiamo una diffusa straordinaria Bellezza. Una Bellezza che va protetta. Un ticket servirebbe a sensibilizzare e responsabilizzare i turisti e gli Italiani stessi: a comprendere, a proteggere (gli Italiani) ed a pretendere qualità ed alto livello dei servizi di contorno (i turisti). Un circolo virtuoso che punti sulla qualità più che sulla quantità”. “Vedere i trulli di Alberobello (patrimonio Unesco) stipati di chincaglierie, Roma o Firenze invasi da fastfood di grandi catene e spacci non valorizza nulla. È come mettersi a rincorrere il prezzo del vino sfuso, anziché puntare su Buttafuoco, Barbaresco o Brunello. E’ necessario privilegiare un’identità, e l’Europa al momento non si è ancora meritata, culturalmente, una nostra scelta così netta in suo favore. Con un ticket d’ingresso in Italia faremmo percepire il valore della nostra straordinaria bellezza a chi viene da fuori, ed agli Italiani stessi. E’ un’operazione culturale. Sdebitandocene come? Nell’unico modo possibile: in un circolo virtuoso, investendo l’intero ricavato dei ticket esattamente nella Storia, Cultura e Bellezza stesse. Valorizzando i Musei, restaurando palazzi, dipinti, giardini e chiese, approfondendo studi storici e ricerche. E raccontando nel mondo quanto è straordinaria l’Italia con promozione di qualità. Invertendo così una tendenza vergognosa: “Dal 2012 l’andamento del bilancio del Ministero della Cultura è sempre oscillato al di sotto della soglia dell’1% sul budget annuale di spesa, (…) attestandosi sullo 0,4% per le annualità 2023 e 2024. Una percentuale che secondo i dati Eurostat, fermi ancora al 2021, posiziona l’Italia al terzultimo posto in Europa per gli investimenti statali nel settore”.
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