LUCA SFORZINI (RINASCIMENTO): COMPETENZE, NON CASTE. SPAZI APERTI AI GIOVANI PER UNA CULTURA CHE RINASCE
Nel giorno che precede simbolicamente la Pasqua, il Sabato Santo, in cui si attende la Resurrezione, sentiamo forte il richiamo a una rinascita anche per il mondo della cultura italiana. Una cultura che, per rinascere davvero, deve sapere rinnovarsi, spalancare le porte e avere il coraggio di credere nelle nuove generazioni.
Apprendiamo dalla stampa della recente approvazione dell’emendamento che consente anche agli over 70 di mantenere la guida degli enti lirici italiani. Sottolineiamo con forza quanto sia fondamentale non cadere nella trappola del populismo che svilisce l’esperienza, le competenze e i percorsi costruiti in decenni di lavoro e dedizione. Non è vero che “uno vale uno” quando si tratta di guidare istituzioni culturali complesse e prestigiose. La competenza conta, eccome.
Ma ci domandiamo: davvero crediamo che tali competenze non possano trovarsi anche in professionisti trentenni o quarantenni, cresciuti in un contesto culturale più affine al mondo del 2025, capaci di parlare alle nuove generazioni e attrarle verso la cultura alta, classica, colta? Se davvero non fosse così – e non ci crediamo – sarebbe il caso di chiederci cosa abbiamo sbagliato nel trasmettere sapere, responsabilità e fiducia.
Il mondo della cultura non può permettersi di diventare una torre d’avorio abitata dai soliti nomi, in un circuito chiuso e autoreferenziale. Se vogliamo che i teatri, i musei, i centri culturali tornino a vivere, dobbiamo farli respirare. Dobbiamo dare fiducia a giovani dirigenti culturali, a professionisti capaci, appassionati, innovatori, pronti a portare nuova linfa dove troppo spesso aleggia l’immobilismo.
Come fondatore del movimento politico e culturale Rinascimento e proprietario del Castello di Castellar Ponzano, che ho voluto destinare a centro di elaborazione culturale, credo fermamente in una visione della cultura come ponte tra passato e futuro. Solo unendo la sapienza maturata negli anni con l’energia e il linguaggio dei giovani potremo costruire una nuova primavera della cultura italiana.
Oggi più che mai, nel sabato che attende la luce, lavoriamo per una resurrezione vera: quella della cultura viva, partecipata, accessibile. E coraggiosamente rinnovata.