COMUNICATO STAMPA
Candidatura UNESCO VIA FRANCIGENA – Luca Sforzini (Rinascimento): “Mentre l’Europa si omologa nei centri commerciali, è ora di scegliere: vogliamo essere l’Europa delle biblioteche, o quella delle merendine?”
Il movimento politico e culturale Rinascimento, guidato da Luca Sforzini – esperto d’arte, imprenditore culturale e proprietario del Castello di Castellar Ponzano – esprime il proprio convinto sostegno alla candidatura della Via Francigena italiana a Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, ufficializzata con la firma del protocollo d’intesa tra il Ministero della Cultura e sette Regioni italiane, tra cui la Lombardia, la Toscana (capofila), l’Emilia-Romagna e il Piemonte.
«La Via Francigena non è solo un percorso storico; è la spina dorsale dell’Europa cristiana, un cammino che ha unito per secoli popoli, culture e spiritualità. Non è un sentiero costellato di autogrill: è la traccia sopravvissuta di un’Europa che pregava, scolpiva, pensava. Un’Europa dei Benedettini e dei pellegrini, non delle conferenze sul nulla a Bruxelles. La Francigena è il nostro vero asse culturale e simbolico, che univa Canterbury a Roma molto prima che esistesse Schengen», dichiara Sforzini. «Sosteniamo con forza la candidatura UNESCO, ma chiediamo che non si limiti a una mera formalità burocratica. Deve essere l’inizio di un’opera di rinascita culturale e spirituale per l’Europa intera ».
E ancora: «Chiediamo che il riconoscimento UNESCO non sia un altro certificato da appendere in qualche assessorato. Pretendiamo che si riattivi una rete viva di ospitali, abbazie, santuari e scuole, dove si insegni non il turismo, ma la civiltà. Dove si impari a riconoscere una scultura romanica, un canto gregoriano, un significato del silenzio». Aggiunge Sforzini: «Oggi si parla di “transizione verde” e di “mobilità dolce”. Bene. Ma noi vogliamo la transizione interiore. Camminare lungo la Francigena non è fitness: è esercizio di identità. È un atto politico contro la frenesia, il consumo e la dimenticanza».
Il movimento Rinascimento propone l’istituzione di una Scuola Nazionale dei Cammini Storici, con sede simbolica lungo la Francigena magari presso una ex abbazia lungo il tracciato, per formare nuove generazioni di operatori culturali, studiosi e artigiani del territorio: una nuova élite culturale, capace di restituire senso, sapere e bellezza al paesaggio italiano. Inoltre, suggerisce la creazione di un Fondo Europeo per la Cultura Identitaria, destinato a sostenere progetti che valorizzino le tradizioni, l’Arte, la cultura e le lingue europee lungo i cammini storici.
Conclude Luca Sforzini: «In un’epoca in cui l’Europa rischia di perdere la propria anima, la Via Francigena può diventare il simbolo di un nuovo umanesimo, che metta l’uomo, la cultura e la spiritualità al centro del progetto europeo. Non possiamo permettere che la nostra identità venga sacrificata sull’altare della globalizzazione e dell’omologazione culturale. Dove oggi ci sono outlet e aree di servizio, un tempo c’erano croci, pietre scolpite e manoscritti. È ora di scegliere: vogliamo essere l’Europa delle biblioteche, o quella delle merendine?»
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