La recente nomina del 267esimo pontefice della Chiesa cattolica Robert Francis Prevost, con il nome di Leone XIV, porta a rendere attuali i pronunciamenti della Santa Sede intorno alla Massoneria.
In punto, si pone doverosa l’osservazione che, il volere parlare in termini globali di “Società Muratoria”, determinerebbe fatalmente l’eguale imprecisione se si volesse trattare di una singola “Chiesa Christiana”, ignorando gli scismi e le divisioni che, dall’originario ceppo delle primordiali “Comunità dei Fedeli”, si sono via via dipartiti nel volgere dei secoli.
Occorre quindi considerare che, la Muratoria [1], testimonia in maniera documentaria [2] la sua esistenza in vari paesi d’Europa, già nella prima metà del secolo XV, ma solamente nel 1717 con le cosiddette “Costituzioni Andersoniane” [3], seguite pochi anni più tardi da quelle “Federicane”, la Società Massonica procedeva a sancire quel codice di comportamento e quella strutturazione interna che, ancora oggigiorno, sono vigenti fra tutti i fratelli “…sparsi sulla superficie della terra…”.
L’adesione ai principi ed alle prassi enunciate nelle sopracitate costituzioni, ancora oggi, costituisce la misura della “regolarità” di qualsivoglia “Famiglia” o singola “Loggia” del mondo.
Il fine dichiarato della Massoneria è, in sintesi, imperniato sul miglioramento spirituale d’ogni singolo massone che, guidato dalla luce di Dio (che la Muratoria definisce come Grande Architetto dell’Universo G.A.D.U.) a cui ogni lavoro simbolico viene ritualmente dedicato [4], deve indefessamente lavorare alla sua catarsi per il bene suo e dell’intero consorzio umano.
Il metodo esoterico per raggiungere tale meta che, secondo la Massoneria, è praticamente irraggiungibile dall’uomo che, pur avendo in sé una scintilla dell’Assoluto (ad anima), sarà sempre d’una ulteriore perfettibilità, è costituito dal cammino iniziatico dell’esoterismo ermetico, inteso in senso non certamente ostile al cristianesimo, tanto che Louis Claude de Saint Martin, uno dei più stimati maestri esoterici della Muratoria, nella seconda metà del secolo XVIII, poté tranquillamente affermare: “La sola iniziazione che apprezzo e che cerco, è quella attraverso cui possiamo entrare nel cuore di Dio e fare entrare il cuore di Dio in noi per realizzarvi un connubio indissolubile che ci renda amico, fratello, sposo, del nostro Divin Riparatore”.
Questa sintetica sequenzia di puntualizzazioni, si può chiudere rammentando che, gli unici fra i riti massonici che, a buon diritto, si possono considerare originari, sotto un profilo sia formale che sostanziale, sono quelli dell’“Arco Reale”, o “di York” (diffuso quasi unicamente in Inghilterra), ed il “Rito Scozzese Antico ed Accettato” che, senza la minima ombra di dubbio, appare di gran lunga il più diffuso nel mondo.
In ciascuno di questi due riti muratori, numerosi e frequenti sono i richiami e gli accenni a racconti e tematiche di sapore biblico.
La S. Sede nel corso di 164 anni ha lanciato sulla Libera Muratoria ben dodici scomuniche: la quasi la totalità di esse collocata nel Secolo XIX° [5].
Ogni Romano Pontefice, a partire dal 1738 e sino al 1902, ha avvertito il dovere di ribadire esplicitamente la scomunica nei confronti degli affiliati alla Massoneria considerata [6] “Una setta tenebrosa che la società porta da lunghi anni nei suoi fianchi, come un morbo letale che ne contamina la sanità, la fecondità e la vita. Personificazione permanente della rivoluzione, costituisce una sorta di società al rovescio, il cui scopo, è un predominio sulla società riconosciuta, e la cui ragion d’essere, consiste nella guerra a Dio ed alla sua Chiesa”.
L’elenco delle scomuniche relative alla Massoneria è il seguente:
- Clemente XII° “In Eminenti” 1738
- Benedetto XIV° “Providas” 1751
- Pio VII° “Ecclesiam a Jesu Christo” 1821
- Leone XII° “Quo Graviora” 1825
- Pio VIII° “Traditi” 1829
- Gregorio XVI° “Mirari Vos” 1832
- Pio IX° “Qui Pluribus” 1849
- Pio IX° “Multiplices Inter” 1865
- Leone XIII° “Humanum Genus” 1884
- Leone XIII° “Dall’Alto dell’Apostolico Seggio” 1890
- Leone XIII° “Inimica Vis” 1892
- Leone XIII° “Vigesimo Quinto Anno” 1902.
Il precedente pontefice che ha scelto di chiamarsi Leone, quindi, ha il record di scomuniche all’attivo.
Passiamo ora ad una breve disamina delle sei più significative fra queste bolle ed encicliche, facendo seguire all’epitome di ciascuna un breve commento.
Clemente XII “In Eminenti”
E’ questa la prima condanna ufficiale lanciata dalla S. Sede contro la Muratoria; si dice testualmente. “Abbiamo saputo…che è stata fondata una società, assemblea od associazione, sotto il nome di liberi muratori, od altri nomi equivalenti, nella quale sono ammessi uomini di ogni religione e di ogni setta senza eccezione, che esteriormente affettano una probità naturale da essi voluta e di cui si vantano, hanno stabilito certe leggi e certi statuti che li legano gli uni agli altri, e li obbligano in particolare modo, sotto le più gravi pene, in virtù d’un giuramento prestato sulle Sacre Scritture, ad osservare un inviolabile segreto su tutto quanto si fa nelle loro assemblee. Avendo dunque lungamente riflettuto i gradi mali che ordinariamente nascono da queste associazioni, sempre nocive alla tranquillità dello Stato ed alla salute delle anime…inoltre volendo arrestare il corso di questa perversione, ed interdire una strada che impunemente condurrà a molte iniquità, e per molte altre ragioni da noi conosciute…proibiamo e condanniamo…in perpetuo, la suddetta associazione” e conclude questa costituzione invitando “…i Vescovi, i Prelati, il clero
superiore ed inferiore e gli inquisitori…” a reprimere ed a punire con le pene che meritano i Massoni, “…come gente molto sospetta di eresia…”.
Difficile è dare un sia pure epidermico commento a questa costituzione dal momento che, in essa, le accuse rivolte alla libera Muratoria appaiono ancora piuttosto vaghe anche per il fatto, forse, che, Clemente XII, non ha ritenuto di esternare quelle che egli definì le “molte ragioni a noi note” che lo inducevano a considerare i massoni come “gente molto sospetta di eresia”: è comunque da denotare come, sin da questa prima condanna, si delinei l’erronea certezza d’una teologia Massonica tesa al sovvertimento dell’ordine. L’infondatezza di questa accusa (oltre che dagli Statuti della Libera Muratoria, dei quali tratteremo più oltre) emerge con incontrovertibile chiarezza, dalle considerazioni che si possono trarre dall’esame della composizione sociale della Massoneria in quell’epoca.
Prescindendo dal fatto che, l’Ordine Muratorio, in alcune nazioni, era stato introdotto dagli stessi sovrani (Federico di Svezia, Caterina IIa di Prussia, Federico II° il Grande di Prussia, solo per citarne alcuni) che, con la pressoché unica eccezione costituita dalla imperatrice Maria Teresa d’Austria, in tutta l’Europa vedevano di buon occhio la Società Muratoria, questa appariva quasi unicamente composta dall’alta borghesia e dalla grand nobilità, classi queste che, da un rivolgimento dell’ordine costituito, nulla avrebbero avut da guadagnare. Inoltre, una cinquantina di anni più tardi, la Massoneria fu perseguitata dalla Francia giacobina, e molti “fratelli” furono ghigliottinati durante il periodo del “terrore”, solamente all’epoca del “consolato”, l’Ordine poté nuovamente godere d’una relativa tranquillità.
Pio VII “Ecclesiam a Jesu Christo”
Questa enciclica nasce in un anno noto per le rivolte e le turbolenze avvenute nella intera Europa. L’enciclica ha inizio con la denuncia di quelle “… macchinazioni…” che, le sette segrete[7], “intraprendevano contro la religione non solo, ma anche contro la Civile Società…”. Inizialmente, a quanto si riscontra nella costituzione “In Eminenti” già considerata, si denota come gli affigliati alle sette segrete “…affettavano uno straordinario impegno ed un singolare rispetto per la Cattolica Religione e la dottrina di Gesù Christo Salvatore nostro, che osano con nefando ordine di chiamare ancora alcune volte Dottore o Gran Maestro della loro Società…” e ciò falsamente dal momento che, la Massoneria insegna che “…alzato il vessillo della rivolta, è permesso spogliare della loro autorità i Re ed ogni altro imperante…” ed ogni atto muratorio apparentemente in sintonia con Dio è teso irretire ed a “…ferire con più sicurezza i meno cauti…”.
Come ulteriore dell’empietà della setta, viene portato il giuramento inerente la segretezza più assoluta sui lavori simbolici compiuti (come già si era delineato nella costituzione “In Eminenti” e si aggiunge: “ l’ammissione in quella (sott. Setta) di uomini di qualunque religione o setta, sebbene mancassero altre prove, convincono bastantemente che nessuna fede bisogna avere dei loro suddetti discorsi…”[8].
Si dice, fra l’altro che, la Massoneria, con il lasciare a “… chicchessia ampia licenza di fabbricarsi a suo talento e secondo le proprie intenzioni la religione da tenersi…” favorisce “…l’indifferentismo religioso…”[9], poiché è chiara l’intenzione della setta e la sua azione, che si esplicita nel “…profanare e deturpare con sacrileghe cerimonie la passione di Gesù Christo…” e nel “…farsi scherno degli stessi misteri della Religione Cattolica e dei Sacramenti della Chiesa…”. In tale enciclica, si sostiene infine che, la Libera Muratoria,
insegni la liceità d’uccidere coloro che hanno mancato al segreto e propugni la necessità di essere dei veri e propri vessilliferi della rivolta sociale.
In primo luogo è necessario chiarire che, alla epoca della enciclica in questione (1821), la Massoneria, in Italia, non esisteva [10], né tantomeno poteva quindi unire la sua opera spirituale a quella rivoluzionaria della Carboneria [11], dal momento che, i rituali massonici espressamente recitano che il Massone “…deve essere subordinato ai poteri civili ovunque risieda e lavori…” ed “…essere estraneo a complotti e cospirazioni contro la pace ed il buon andamento della nazione…”.
Appare comunque contraddittorio il fatto che, i massoni, potessero ad un tempo “…affettare uno straordinario impegno ed un singolare rispetto della Cattolica Religione…” e “…farsi scherno dei misteri…” del Cristianesimo e (a quanto si legge) giungere a parodiare la passione del Cristo, soprattutto in considerazione del fatto che, sui lavori massonici, vigeva il segreto più assoluto, garantito (secondo Pio VII) da una sorta di “gruppo di sicari”.
In primo luogo, a questi riguardi, come chiaramente appare dal rito delle tornate (o riunioni) massoniche, è esplicitamente fatto divieto al libero muratore di “…intrattenersi (sott. durante i lavori massonici e nel tempio) in questioni di politica o di religione…”.
Quanto alla sanzione della morte nei confronti dello spergiuro che rivelasse, violando il suo giuramento liberamente prestato, nomi o cose inerenti al segreto massonico, è da notare che ad altro non ci troviamo dinnanzi che ad una “minaccia di miniera”, che, solo nelle più remote antichità trovava, presso i circoli iniziatici, reale attuazione.
Quanto poi alle lepide parodie che, a detta di Pio VII, avrebbero avuto luogo nei Templi Massonici, sono chiaramente il frutto d’una forse troppo fervida immaginazione; basterebbe meditare come, un cattolico di indiscussa fede e preparazione culturale, quale il Conte Joseph de Maistre [12]non avrebbe potuto altrimenti affermare: ‘’Sono rimasto fedele alla Chiesa Cattolica Romana, non senza avere appreso, grazie alla frequentazione degl’Illuminati Martinisti” [13] ed allo studio della loro dottrina, una folla di idee che mi sono state utilissime”.
Infine, per quel che concerne la “prova d’empietà” costituita dal segreto sui lavori simbolici compiuti, mi permetterei d’obbiettare che, se ogni procedura segreta fosse “fonte d’empietà”, si dovrebbe (certamente errando) credere, alla stessa stregua, che, lo stesso conclave per l’elezione del Pontefice, costituisca una sorta di “sentina d’iniquità”, dal momento che, i conclavisti, sotto la sanzione di una scomunica “Specialissimo Modo Riservata”, (“Vaticanis Apostolicae Sedis” di Pio XII) non possono comunicare a nessuna persona estranea al conclave le vicende di quest’ultimo.
Pio VIII “Traditi”
In questa enciclica, che è l’unica emanata da questo Pontefice che, solo per un anno e mezzo, sedette sulla cattedra di Pietro, il tema della massoneria viene appena toccato con un accenno a “…quelle società segrete d’uomini faziosi nemici dichiarati di Dio e de’ Principi, di quegli uomini che intieramente si sono dati a desolare la Chiesa ed a minare gli Stati, a porre a soqquadro l’universo e che, infranto il freno della vera Fede, si sono aperte le vie ad ogni maniera di delitti…sforzandosi questi (i massoni) di nascondere sotto la religione d’un giuramento tenebroso l’iniquità delle loro conventicole e dei disegni che vi cercano, per questo nel carattere di segretezza hanno generato giusti sospetti di quegli attentati che, per la tristizia dei tempi sono usciti dai golfi dell’abisso e sono scoppiati con tanto danno della religione e degli imperi…”
Vengono quindi ribadite le precedenti scomuniche.
Non si denotano in questa enciclica, che i già noti stilemi presenti nelle due scomuniche prese in esame; è interessante invero notare come, la “congiura massonica” ai danni di Dio e della Chiesa, venga a tal punto creduta minacciosa, da essere addirittura enunciata e condannata da quella enciclica che, pedestremente, si potrebbe definire come “documento programmatico” delle linee del Papa, appena assunto al Soglio Pontificio. Egualmente interessante è la accusa rivolta alla Libera Muratoria di volere sovvertire l’ordine naturale; ma, questa apostrofe, appare priva di senso, in relazione ad una setta che, i misteri della natura ed il rapporto dello uomo e del suo Dio Creatore (G.A.D.U.) allo interno ed in armonia con questa, tende a ricercare…
Gregorio XVI “Mirari Vos”
Anche in questa enciclica, come nella precedente, il tema della Massoneria viene appena toccato, poiché questa pronunzia papale ha il fine precipuo di condannare esplicitamente la libertà di coscienza, di pensiero e di stampa [14].
Di questo Papa sarà utile rammentare, al fine d’una migliore disamina del testo, che: “in un avversario accanito di qualsiasi forma di progresso” [15] “…s’unirono certe associazioni … nelle quali, fatta lega con gente d’ogni religione anche falsa e di estremo culto, si predicano libertà d’ogni genere, si suscitano turbolenze contro l’uno e l’altro potere e si conculca ogni veneranda autorità, sotto lo specioso pretesto di pietà e di attaccamento alla religione, ma con mire in fatto di promuovere ovunque novità e sedizione…”
Come già detto per altre encicliche, la Muratoria non attentò mai “… all’uno ed all’altro potere, e se certamente predicò la libertà (e, fra queste certamente anche quelle che, Gregorio XVI condannava), altrettanto sicuramente, non predicò mail la licenzia ed il vizio (“che sempre – come avverte un rituale massonico d’iniziazione al I° – si sforza di pervertire la virtù; pericolo contro il quale bisogna armarsi con tutte le forze della ragione, con tutta l’energia del carattere…”).
Pio IX “Qui Pluribus”
Si sostiene che i massoni: “…feroci nemici del nome Christiano, miserevolmente trascinati dall’impeto d’una folle empietà, nella temerità delle loro opinioni, arrivano al punto che, aprendo con audacia addirittura incredibile le loro bocche a bestemmiare Iddio, non arrossiscono nell’insegnare apertamente e pubblicamente che i sacrosanti misteri delle nostre religioni, sono immaginazione ed invenzioni degli uomini, che la dottrina di Gesù e della Chiesa è contraria ai beni ed ai vantaggi dell’umanità, e non temono di rinnegare persino Christo e Iddio…”. Si dice inoltre che “…con argomentazioni più che mai illegale e sbagliate, (i Liberi Muratori) non smettano un momento di appellarsi all’efficacia della ragione e d’innalzarla contro la Santissima religione di Christo.”
Essi non comprendono che razionalità e fede derivano da “Dio Ottimo Massimo”.
I Massoni sono infine accusati di spingere il progresso contro la religione cattolica.
Si potrebbe scadere in una forma di sin troppo facile ironia dicendo che, certamente, una dottrina ecclesiastica che negava (vedi “Mirari Vos”) le libertà di coscienza, di pensiero e di stampa, limitava i beni ed i vantaggi spirituali dell’umanità, ma invece piuttosto da notare come mai, all’interno della Muratoria, si siano date interpretazioni di sapere “evemeristico” sulla dottrina della Chiesa Cattolica su Gesù Christo che, dai massoni non cristiani è sempre stato quanto meno considerata un “Grande Iniziato” in diretta comunione, in quanto tale, con il G.A.D.U.
E parimenti mai si è voluta nella legge abbassare Dio ai pretti termini della ragione umana, poiché, proprio come Pio IX afferma, anche la Muratoria concorda che, la razionalità, può aleggiare soltanto nell’illuminazione offerta da Dio [16].
Appare infine destituita d’oggettiva realtà la spinta operata dalla Massoneria per contrapporre al cattolicesimo un antitetico “progresso”.
Leone XIII “Humanum Genus”
E’ certamente questa, l’enciclica più esplicita e dettagliata che inerisca le condanne alla Massoneria, che, venuta a cessare l’esistenza dei carbonari, viene ora accomunata agli atei naturalisti ed ai comunisti che favorisce nel raggiungimento dei loro principi, avendo “…comuni con loro i capitali principi…”, ma, per procedere con ordine, Leone XII inizia (sulla scorta della “De Civitate Dei” di S. Agostino) con il constatare sulla terra l’esistenza di due regni: quello di Dio, rappresentato dalla Chiesa Cattolica, e quello di Satana, i cui seguaci sono “…ispirati ed aiutati da quella società che prende il nome di “Società Massonica” che, senza più dissimulare…essa insorge con estrema audacia contro la sovranità di Dio…” si dice inoltre essere usciti “…dai covi di tenebrose congiure…statuti, riti, giornali massonici dati alle stampe, oltre che non rare deposizioni di complici stessi…” che testimoniano “…essere il fine della Massoneria…sorta contro ogni diritto umano e divino, essere non men funesta alla Chiesa che allo Stato…” si sostiene, fra l’altro, che “…Varie sono le sette che sebbene differenti di norme e di rito e di forme d’origine, essendo per medesimezza o prepositura e per affinità de’ sommi principi, strettamente collegate fra loro, convengono in sostanza con le sette dei Frammassoni, quasi centro comune da cui nascevano tutte e a cui tutte ritornano…”
Si da’ luogo a questo punto, alla disamina delle regole vigenti nella Muratoria ribadendo: “…Imperrocché la legge del segreto vi domina e molte sono le cose che, per inviolabile istituto, debbasi gelosamente tener celate, non solo agli estranei, ma ai più dei loro adepti: come ad esempio gli ultimi e veri loro intendimenti, i capi supremi e più influenti, certe conventicole più intime e segrete, le risoluzioni prese, ed il modo ed i mezzi per eseguirle…”
A parere di Leone XVIII, si denota come, il giuramento prestato dai neofiti di non rivelare giammai “…gli affiliati, i contrassegni, le dottrine della setta…”, ha per scopo quello di essere i massoni nascosti e “…di non avere testimoni altri che loro…”.
Quindi, accomunando i massoni agli atei naturalisti afferma che, i liberi muratori, “…negano affatto la Divina Rivelazione, non ammettono dogmi, non verità superiori all’intelligenza umana, non maestro alcuno a cui si debba, per l’autorità dell’ufficio a credere in coscienza…” a seguito di alcune considerazioni sulle tristi condizioni della Chiesa, ed ancor di più
dell’Apostolica sede e del Romano Pontefice che fu “…sotto bugiardi protesti spogliato del Principato covile, propugnacolo delle sue libertà e dei suoi diritti…” si afferma che, “…ove altri elementi mancassero…come in passato e di recente era emerso da parecchie testimonianze…” appariva “…essere veramente scopo supremo della Muratoria, perseguitare con odio implacabile il Cristianesimo..” e si seguita dichiarando che, se non si chiede espressamente agli affiliati di rinnegare il battesimo, ciò avviene per potere ingannare più facilmente “…i semplici e gli incauti…”.
Si prosegue dicendo che, similmente ai naturalisti che negano l’esistenza di Dio, e la spiritualità ed immortalità dell’anima, anche la Massoneria si pone poiché “…l’esistenza di Dio, è vero, i Frammassoni generalmente la professano, ma che questa non sia in ciascuno di loro persuasione ferma e giudizio certo, essi stessi ne fanno fede.
Imperrocché non dissimulano, che nella famiglia massonica la questione intorno a Dio è un principio di profonda discordia… Fatto sta’ che la setta lascia agli iniziati libertà grande di sostenere circa Dio la tesi che vogliono, affermandone o negandone l’esistenza”.
E’ a questo punto che, il Romano Pontefice, rileva il disegno proposto nella setta massonica di tirare le moltitudini a satollarsi di licenzia per poterle poi meglio governare.
Si afferma quindi che, sui principi naturalistici di egalitarismo di tipo giacobino, i Frammassoni vorrebbero “…forgiati i governi…”.
Segue un’accurata analisi di tipo sociale sui guasti provocati dal naturalismo (vedi anche a questo proposito l’abbinamento della Massoneria con il Comunismo già citato all’inizio9 e dopo avere esplicitamente concluso sulla necessità della base evangelica che lo stato dovrebbe avere, conclude che: “…ben più conforme al senno civile e necessario al comune benessere che, principi e popoli, in cambio di allearsi con i Frammassoni a danno della Chiesa, si unissero alla Chiesa per respingere gli assalti dei Frammassoni…”.
L’enciclica conclude ribadendo le scomuniche già lanciate precedentemente contro i Liberi Muratori rammentando: “Niuno lasci illudere della simulata onestà, imperrocchè può ben parere ad alcuno che i Frammassoni, nulla impongono di apertamente contrario alla fede ed alla morale, ma essendo essenzialmente malvagio lo scopo e la natura di tali sette, non può essere lecito dare il nome…”.
In primo luogo è necessario chiarire che nulla ebbe mai la Muratoria a che fare sia con il comunismo (che anzi, in quei paesi che tiene sotto il suo giogo liberticidale, ha vietata la Massoneria nelle forme più inequivocabili) che con l’ateismo [17], dal momento che, la negazione della sussistenza dell’anima dopo la morte e dell’esistenza di Dio, (principi questi ai quali, contrariamente a quanto affermato da Leone XIII, non si può in alcun modo derogare per potere avere accesso alla Libera Muratoria) toglierebbero ai lavori simbolici ogni possibile significazione. Non vi son inoltre prove della “grande congiura” operata dai massoni, come punto di sinecismo dei vari raggruppamenti anticristiani, anche perché, una tale azione, sarebbe stata in netto contrasto con le finalità ed i principi informatori della “Libera Muratoria”, propugnatrice, in ogni tempo ed in ogni direzione, della virtù della tolleranza.
Per correttezza di cronaca, bisogna tuttavia notare come, alcuni massoni, in parlamento propugnassero, a livello meramente personale, una politica anticlericale, ma, per citare un solo esempio, a questa nuova scomunica, la Massoneria ufficiale replicava: “Tuoni pure
Giove papalino; continueremo il nostro lavoro non rimpiangendo le sue medioevali benedizioni, non curando le sue attuali maledizioni…”[18].
Non è vero che alla maggior parte degli adepti alla Muratoria sia ignoto il nome dei capi [19] “…le risoluzioni prese ed il modo per eseguirle…”, poiché gli Statuti della Massoneria stabiliscono proprio il contrario, ed ogni decisione deve essere presa in “Loggia sedente”, alla presenza di tutti i “Fratelli Effettivi”, sotto la guida del Maestro Venerabile.
Quanto infine agli statuti dati alla stampa, ed alla confessione di “complici”, si vorrà certamente alludere a Léo Taxil, uno scrittore di libelli scandalistici che, dopo avere scritto che nei retrologgia (!?) i Massoni adoravano il demonio e trafiggevano con i pugnali le Sacre Specie, ed essere stato ricevuto anche dal papa, durante una conferenza (alla quale erano presenti non pochi prelati) disse chiaramente di essersi preso gioco della Massoneria e della Chiesa cattolica alla quale egli, non si era mai convertito più di quanto non fosse stato massone…”
Dopo il 1902, non vennero più emesse contro la Massoneria nuove scomuniche, ed i Pontefici si limitarono, per lo più, a confermare quelle già emesse.
Nel “Codex Iuris Canonici”, entrato in vigore nel 1918, al Canone 2335, si ribadisce la scomunica “simpliciter reservata” per chiunque si ascriva alla setta muratoria ed a qualsivoglia altra società che miri al sovvertimento della Chiesa o del potere civile legittimo [20], continuando nella teoria della natura “sovversiva” della Libera Muratoria. Le prime avvisaglie d’una nuova sensibilità nella Chiesa Cattolica, sull’argomento della Massoneria si ebbe con il Concilio Vaticano II°, e, più precisamente, nelle dichiarazioni “Nostra Aetate” e “Dignitatis Humanae”, allo svolgimento di questo lavoro, particolarmente interessanti appaiono questi passi[21].
La Chiesa Cattolica, nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni (induismo e buddismo).
Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propugna, tuttavia, non raramente, riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini”.
Al termine del Concilio Vaticano II, contrariamente alla prassi sino ad allora tenuta, le esposizioni dottrinali, non sono seguite dai relativi “canones”; a seguito quindi della lettura del testo (della “Nostra Aetate”), dal momento che in esso non mi è riuscito di scorgere alcun accenno a possibili “leggi odiose”, riterrei che, con un’interpretazione dell’enunciato in senso estensivo, si potrebbe concludere che, la Massoneria, possa “riflettere un raggio di verità” anch’essa, dal momento che, oggigiorno, la Chiesa Cattolica. Con nuova sensibilità ha dichiarato (Dignitatis Humanae) “A motivo della loro dignità, tutti gli esseri umani, in quanto sono persone, dotate cioè di ragione e libera volontà…sono dalla loro stessa natura[22] e per obbligo morale, tenuti a cercare la verità…”
Affermazione questa che sintetizza il senso del lavoro simbolico della Libera Muratoria.
Si deve segnalare il documento emesso dalla Congregazione per la Dottrina e la Fede (ex S. Uffizio)[23], sul quale, non solo, per la prima volta dopo 236 anni, non ripeteva le antiche condanne nei confronti della Massoneria, ma ammetteva l’esistenza di comunioni massoniche prive di contenuti perversi, e si riconosce pertanto, sia pure in maniera indiretta, che vi sono corpi massonici non condannabili; tale documento , in questo modo commentato da Padre Giovanni Caprile, è stato pubblicato sul numero di “Civiltà Cattolica” del 19 ottobre del 1974.
A seguito della lettera in data 19 luglio 1974 della Congregazione per la Dottrina della Fede, era invalsa la interpretazione di demandare alle Conferenze Episcopali il vaglio discrezionale interno all’empietà delle singole comunioni massoniche operanti nei relativi ambiti nazionali, restringendo di fatto l’operatività del canone 2335 e vietando l’adesione alla massoneria ai soli chierici, ai religiosi, nonché ai membri degli istituti secolari.
Contro tale interpretazione che, nella pratica, aveva assunto un connotato di eccessiva estensività, si pronunciò nuovamente la stessa Congregazione, con lettera del 17 febbraio 1981.
In tale pronuncia si ribadiva:
- il pieno vigore del comma 2335;
- la persistenza della scomunica e della censura in capo all’aderente alla massoneria e, infine, si correggeva la portata della lettera del 19 luglio 1974 nel senso di demandare alle conferenze episcopali non già il vaglio intorno all’indole delle comunicazioni massoniche, bensì, più limitatamente, intorno ai casi dei singoli.
E’ da sottolineare, tuttavia, come tale precisazione fosse stata esplicitamente emessa “sine praejudicio futurae Codicis Iuris Canonici revisione”.
Ed infatti, nel nuovo testo, del Codice di Diritto Canonico emanato nel gennaio 1983, non compare più alcun cenno, né alcuna censura al riguardo della Massoneria; interpretando quindi tale silenzio, alla luce di quegli stessi criteri ermeneutici che sono propri al Diritto Canonico e, più segnatamente al comma 2335, che vieta il ricorso all’analogia in materia penale, si sarebbe potuti giungere alla conclusione che qualcosa di nuovo si stagliava nei rapporti fra le due Istituzioni- Comunità.
Tuttavia, nel 2003, le linee guida della Conferenza Episcopale Italiana tornavano a ribadire apertamente come l’iscrizione attiva alla massoneria da parte di un fedele tornato ad occuparsi del tema “a causa del continuo aumento di fedeli iscritti alla massoneria”, come aveva segnalato, e chiedendone un chiarimento, Mons. Julito Cortes, vescovo di Dumanguete nelle Filippine, fosse ragione di scomunica.
Questi precisi pronunciamenti – che sono tuttora vigenti – sembrerebbero esplicitamente ribadire gli orientamenti più restrittivi nella materia, anche se non è detto che in un futuro non troppo lontano possa cadere quella barriera che, per secoli, ha diviso due gruppi di uomini che “…proprio dalla loro stessa natura e per obbligo morale…” hanno voluto cercare quella verità che si cela fra i barbagli della luce del Dio Creatore che, “…non raramente…” fa riflettere “…un raggio di quella Verità che illumina tutti gli uomini…” per condurre ogni individuo, alla Sua splendente dimora, eguale ed unica per chiunque, nella retta maniera, sia riuscita ad entrarvi…’’.
Olga Moscato
[1] Al di là delle vantate origini egiziache, intorno alle quali, invero (al di fuori d’una impressionante analogia esoterica-simbologica) non esistono precise documentazioni, e della più considerabile discendenza dall’Ordine dei Cavalieri Templari.
[2] Documento di Holliarell (1427). Ordinanza dei tagliapietra di Strasburgo (1459). Ordinanza di Torgau (1462). Atto di riconoscimento della Gran Loggia di Strasburgo da parte dell’Imperatore Massimiliano I° (1498), etc.
[3] Dal pastore anglicano Andreson che codificò i “landmarcks o regolamenti della Massoneria, desumendoli quasi intieramente da costituzioni massoniche anteriori. Le “Costituzioni Federiciane” prendono il nome da Federico II° il Grande di Prussia, che ristabilì in maniera definitiva le gerarchie dei “Grandi Scozzesi” nonché la loro funzione esoterica ed operativa.
[4] Ogni scritto massonico (tavola o balaustra), nonché ogni dichiarazione che implichi una certa solennità, deve essere preceduta con l’indicazione teologica A.G.D.G.A.D.U. (Alla Gloria Del Grande Architetto dell’Universo).
[5] Ben nove sul totale anzidetto di dodici !!!
[6] Leone XIII°, Enciclica “Vigesimo Quinto Anno” 1902
[7] Massoneria e carboneria.
[8] Si intendono i discorsi sul rispetto per la Religione Cattolica e in Gesù Christo.
[9] Indifferentismo religioso: teoria condannata nel passato a più riprese dalla Chiesa, che sosteneva essere possibile la salute eterna, seguendo con spirito puro qualsiasi religione basata sul diritto naturale.
[10] Dal 1811 al 1860, la Massoneria cessò d’esistere in Italia (Heindel: Histoire – vol. II°).
[11] Nelle anagrafi dei covi rivoluzionari e negli schedari segnaletici delle polizie prequarantottesche figurano tutte le qualifiche, ad eccezione di quella di “massone” (G. Gangi “I Misteri Esoterici”, Roma, 1978)
[12] Joseph de Maistre: noto filosofo controrivoluzionario noto anche come riformatore dei “landmarks” massonici della Savoia; è fra i più simbolisti massoni.
[13] Martinisti: raggruppamento interno al Rito Scozzese Antico ed Accettato, di ispirazione altamente esoterica, sotto la guida spirituale di L.C. de Saint Martin.
[14] Questo fine viene esplicitamente dichiarato nel sottotitolo di questa enciclica nel solenne “Tutte le encicliche dei sommi Pontefici” a pag. 186 – Milano 1959
[15] Keller: “Gli scismi della cristianità” pag. 374 – Milano 1971
[16] E’ da notare che, i simboli del perfezionamento umano e trascendentale, vengono passati, ad ogni tornata su di una Bibbia aperta, per sottolineare l’immanenza di Dio e delle Sue leggi.
[17] Gli “Illuminati di Baviera” gruppo ateo ed anticlericale che aveva tentato a più riprese di infiltrarsi nella Massoneria, erano stati banditi dall’assise massonica mondiale, tenutasi in Ginevra, nel 1792.
[18] Rivista della Massoneria Italiana – Strenna 1890/1891, pagina 6
[19] Oltre al proprio ed a quello dei Fratelli defunti, il Massone può invece fare il nome ai profani del Gran Maestro.
[20] “Nomen dantes sectae massonicae alusve eicisdem generis associationibus quae contra Ecclesiam vel legetimas potestates maelionantur contrabunt ipso facto escomunicationem Sedi Apostolicae simpliciter reservatam”.
[21] Che prenderò in esame, dapprima singolarmente, e quindi globalmente.
[22] Quella stessa natura che leone XIII°, affermava tesa senza lo aiuto vigile della Chiesa, per la sua stessa debolezza, se liberamente seguita, alla licenza ed al peccato (Humanum Genus).
[23] Emesso il 19/7/1974.